La crudeltà dietro le uova
Quando uno afferma di essere vegano, una delle prime domande che la gente gli pone è la seguente: “Capisco perché non mangi carne e pesce, ma perché rifiuti anche gli altri prodotti animali?”. Ebbene, l’articolo di oggi servirà proprio ad aprirvi gli occhi su ciò che accade nel settore della produzione di uova, creato per soddisfare le esigenze alimentari di clienti che spesso non sanno cosa si nasconde dietro i loro acquisti. Buona lettura!
- Partiamo subito dall’elemento più crudele di tutti. Tutti quanti sapete che sono solamente le galline a produrre uova. Quando, in questo settore dell’allevamento, le uova schiudono e si cercano nuove produttrici femmine, che cosa accade ai maschi? Non vengono spostati in un’altra azienda, per diventare pollame da macello, perché la loro crescita sarebbe troppo lenta per soddisfare la domanda. Ogni allevamento intensivo ha due scelte per quanto riguarda i pulcini maschi: tritarli vivi o soffocarliin grandi sacchi. Tutto questo è perfettamente a norma, secondo una legge europea, perciò, dal punto di vista legislativo, nessuno è nel torto quando pratica una cosa del genere. Ma da un punto di vista etico, è forse normale uccidere piccoli esseri senzienti, nati da poco, vivi, coscienti, solo perché hanno la “colpa” di non poter produrre uova?
- Ipotizziamo per un momento, anche se è impossibile, che ogni singolo uovo schiuso contenga un pulcino femmina, e che quindi nessun maschio venga tritato vivo. Che cosa accade allora a tutte le galline rimaste in vita? Vengono ammassate in gabbie strettissime, una sull’altra, dove si trovano schiacciate l’una contro l’altra, costrette a produrre uova ad un ritmo innaturale. Spesso leggiamo la dicitura “uova da allevamento a terra”. Sapete cosa significa, la maggior parte delle volte? Non certo che le galline scorrazzano libere su ampi prati, con tanto spazio a loro disposizione e aria fresca. Al contrario, si ritrovano in ampi capannoni, a centinaia e centinaia, dove non possono far altro che rimanere sul posto, camminare nei propri escrementi e respirarli, senza mai vedere la luce del sole o sentire l’aria fresca. Quando si parla di allevamento intensivo, questa è la realtà, non galline felici lasciate libere.
- Cosa credete che succeda a tante galline in spazi ridotti, senza possibilità di muoversi granché? Cominciano a sviluppare problemi alle zampe e all’apparato respiratorio, morendo prematuramente. Questi animali, allevati in questo modo, subiscono moltissimo stress. L’angoscia passa attraverso ciò che producono, attraverso le uova, che contengono così il loro dolore.
- Questi poveri animali vengono messi sotto un ciclo di produzione che per loro è del tutto innaturale. Le galline, come qualunque altro uccello, non producono uova senza sosta, in qualunque periodo dell’anno. Per fare in modo che le uova continuino ad essere prodotte, l’uomo modifica letteralmente la naturale struttura della sua ovulazione, portandola a qualcosa di innaturale, che strema la gallina sia fisicamente che mentalmente.
- Parlando di mente, che cosa credete che succeda se prendete centinaia di animali della stessa specie e li radunate tutti insieme, in gabbie o capannoni? Impazziranno, letteralmente. Lo stress li porterà a cominciare a beccarsi tra di loro, ferendosi gravemente. Questa è una reazione naturale, che qualunque animale ha quando si trova in uno spazio confinato senza via di scampo. Come ovviare a questo problema? Proprio come alle mucche vengono tagliate le corna, ai polli e alle galline viene tagliato il becco. Avete capito bene. Quando sono pulcini, la punta del loro becco viene inserita in una macchina che lo trancia di netto, lasciando una ferita aperta. Il tutto senza alcuna anestesia, in una zona del corpo piena di terminazioni nervose, che può spesso creare problemi al cervello e all’organismo. Ma come per le mucche, ci viene detto che è per il loro bene, che altrimenti si farebbero del male. Allora mi chiedo perché le galline che vivono felici nei santuari degli animali non passino le loro giornate a beccarsi a morte. Veramente strano, no?
- E adesso, un delizioso fatto per i più schizzinosi. Vi siete mai chiesti che cos’è un uovo? Non è un essere vivente, perché non è ancora stato fecondato. E allora riflettiamo un attimo: che cosa può produrre una femmina, con una certa regolarità, che necessita di essere fecondato per poter diventare un embrione? Aspetta, starai mica parlando del ciclo mestruale? Esatto! Ogni volta che mangiate un uovo, gustate le mestruazioni della gallina. Buon appetito!
- Per concludere, mi tocca includere anche qualcosa che riguardi la salute umana. Purtroppo, con l’uomo è così, puoi elencare una lista di folli barbarie compiute sugli animali e lui continuerà a fregarsene, ma nel momento in cui gli poni davanti un rischio per la sua salute, allora comincia ad essere interessato. Ammettiamolo, siamo egoisti, spesso e volentieri. Tralasciando il fatto (decisamente importante, però) che le uova contengano una quantità assurda di colesterolo (di cui non abbiamo bisogno, perché il nostro organismo lo produce da solo), vorrei focalizzarmi su uno studio compiuto di recente, che trovate qui.
- In questa ricerca, il dottor Michael Greger ha scoperto che consumare un uovo al giorno ha lo stesso effetto sul nostro corpo di… cinque sigarette al giorno. Moltiplichiamo un uovo ogni giorno per una settimana, e otteniamo trentacinque sigarette a settimana! Se poi siete già fumatori, buona fortuna con le addizioni! Tenete inoltre presente che “un uovo al giorno” non significa solo l’uovo di per sé, sodo, alla coque, in camicia, ma anche quello contenuto in biscotti, torte, alcuni tipi di pasta ecc. Sommando tutti questi alimenti, si fa ben presto a raggiungere il consumo di un uovo al giorno.
Riassumendo, nell’industria delle uova non c’è nulla di naturale, compassionevole o umano. C’è solo tanta crudeltà ed egoismo, che l’uomo riesce sempre a dimostrare quando si tratta dei rapporti con gli animali. Questa volta ho una richiesta diversa per voi: non vi chiedo certo di diventare vegani da un giorno all’altro (ma se volete, siete i benvenuti); vorrei chiedervi di rinunciare alle uova per qualche giorno alla settimana. Imponetevi, ad esempio, il lunedì, il mercoledì e il venerdì, di non consumare uova o prodotti che le contengano. Fate attenzione alle etichette e rileggete questo articolo quante volte volete se avete bisogno di ulteriore motivazione.