SCARTI AGROALIMENTARI  NOVITA’

 La nuova fonte di ricchezza i rifiuti alimentari:  le scorze degli agrumi, le bucce del pomodoro, la paglia del riso e tantissimi altri, grazie alla ricerca scientifica, possono essere utilizzati per produrre nuovi materiali da utilizzare nell’industria alimentare, cosmetica, farmaceutica, e non solo. E’ una notizia che viene dal Cnr, che il 5 agosto, sarà presente con un evento all’Expo. “Determinanti sono le molecole di base presenti nei materiali di scarto”, spiega Nicoletta Ravasio dell’Istituto di scienze e tecnologie molecolari (Istm) del Cnr.
“Dalla lavorazione dei semi di uva, dal pomodoro, dalla zucca e dai fondi di caffè attraverso diverse combinazioni chimiche ecosostenibili in via di perfezionamento-ad esempio- è possibile produrre un olio vegetale potenzialmente utilizzabile dall’industria”.
La quantità dei rifiuti agroalimentari è enorme: il alcuni settori come l’uva il pomodoro o il riso solo in Italia sono stati prodotti tra il 2012 e il 2013 circa 135 mila tonnellate di scarti dalla lavorazione industriale del pomodoro, 1,5 milioni dall’uva da vino, 1,9 milioni di paglia, 0,3 milioni di lolla, 0,1 milioni di pula.
Utilizzo anziché smaltimento
L’utilizzo di questi scarti potrebbe anche risolvere il problema dello smaltimento. Non tutti i rifiuti umidi infatti sono innocui: il lattosio, ad esempio, contiene uno zucchero che fermenta a contatto con altre sostanze e deve essere trattato a parte( sarà per questo che fa così male?). “All’Istm-Cnr i ricercatori hanno messo a punto un processo di trasformazione del lattosio in zuccheri semplici, sorbitolo e dulcitolo, per la produzione industriale di dolcificanti ipocalorici». Spiega la Ravasio.
La paglia del riso, reinterrata in assenza di ossigeno, è la causa della produzione del 10-15% delle emissioni di metano nel mondo, un gas serra. «Invece, utilizzando la paglia del riso si possono ottenere resine bio per materiali plastici, come avviene per altre biomasse, quali il grano e il mais. Combinando le resine con altre fibre naturali, come il lino o la canapa, si ottiene un cuoio vegetale 100% bio, oggetto di intensa attività di ricerca e sviluppo nella catena produttiva delle calzature sportive. Sia Nike che Puma sono fortemente interessate ad utilizzare questo materiale”.
Riutilizzo alimentare 
All’Expo lo chef Igles Corelli illustrerà come recuperare gli scarti in cucina, trasformandoli in ricette creative.Qualcuna già la conosciamo: le bucce di patata gratinate. Storcete la bocca. Allora non sapete che rispetto alla polpa le bucce di patata contengono una concentrazione 100 volte superiore di sostanze preziose, tra cui i glicoalcaloidi che svolgono un’azione fungicida e battericida.
Last but non least, anche la cosmesi ora si indirizza verso il riutilizzo degli scarti dell’agroalimentare: è il caso di Acadermic, una casa che entrerà nelle farmacie nel 2015, che propone formulazioni cosmetiche a partire da scarti agroalimentari. L’ingrediente base sono acque essenziali ricche di proprietà antiossidanti e del tutto atossiche, ricavate in modo del tutto green dalle acque di sostentamento della pianta e nello specifico dell’uva.
SCARTI AGROALIMENTARI NUOVA FONTE DI RICCHEZZA

SCARTI AGROALIMENTARI NUOVA FONTE DI RICCHEZZA

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