Olio di Palma Pubblicità ingannevole

’OLIO DI PALMA SOSTENIBILE: È SOLO UNA PUBBLICITÀ INGANNEVOLE Fonte: http://www.nonsoloanimali.com/campagna-pubblicitaria-sullolio-palma-sostenibile-solo-pubblicita-ingannevole/ Rispetta il lavoro degli attivisti: riporta sempre la fonte originale dei contenuti che prelevi. Grazie! - NonSoloAnimali.com

Olio di Palma

CAMPAGNA PUBBLICITARIA SULL’OLIO DI PALMA SOSTENIBILE: È SOLO UNA PUBBLICITÀ INGANNEVOLE
Sulle reti televisive Rai e Mediaset sta andando in onda una campagna pubblicitaria televisiva che promuove un fantomatico “olio di palma sostenibile”. Il promotore di questo spot è l’Unione Italiana Olio di Palma Sostenibile. Tale unione, spiega Earth Riot, si è costituita nell’ottobre del 2015 nel tentativo di arrestare la fuga di quei consumatori che hanno a cuore la propria salute, quella della Terra, nonchè le sorti delle foreste colpite da questo mercato, degli animali che rimangono uccisi nelle opere di deforestazione e dei popoli che vengono oppressi affinché possano essere prodotte merendine, biscotti, creme spalmabili ecc. A capo della coalizione vi è RSPO (Tavola Rotonda per l’Olio di Palma Sostenibile), un organo di facciata in quanto non esiste olio di palma sostenibile ma la possibilità di certificare la sua coltivazione e produzione è un’ottima strategia per nascondere i crimini provocati ad animali e ambiente. A RSPO hanno aderito multinazionali del calibro di: Aak, Migros, MPOA (Malesyan Palm Oil Association) Unilever, Ferrero, Nestlé, Unigrà, Aidepi, Assitol, (Associazione italiana dell’industria olearia che produce oli e margarine), Associazioni Prodotti e Preparazioni alimentari aderenti ad Aiipa (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari), Cargir e Wilmar, (quest’ultima è responsabile della maggior parte degli incendi scoppiati nelle foreste del Borneo), McDonalds, PepsiCo, Mars, L’Oreal, Sime Darby, Mulino Bianco. Ma anche aziende del biologico come Baule Volante, La Finestra sul Cielo, Ecor, Rapunzel, i cui traffici hanno contribuito alla guerra civile in Colombia e a molte altre. Il tutto è stato approvato da associazioni pseudoambientaliste che hanno venduto il proprio credo come il WWF che è a favore della campagna. In Italia nel 2015 è stata importata il doppio della quantità di olio di palma rispetto all’anno precedente: 307 mila tonnellate contro le 187 mila del 2014. L’olio di palma importato proviene dalla Malesia, il secondo produttore mondiale di questa sostanza (il primo rimane l’Indonesia con l’85% ). La maggior parte dei media nostrani però rassicurano il consumatore, scrivendo che il 25% dell’olio di palma importato è certificato RSPO nemmeno fosse un garanzia. Secondo il Fatto Alimentare, risulta alquanto contraddittoria la posizione di Nestlé che nel volume Nestlé Nutrition Institute pubblicato nel 2015 (destinato ai medici di medicina generale e gratuitamente disponibile in rete) invita a limitare l’assunzione di grassi saturi, di cui sappiamo essere particolarmente ricco l’olio di palma. foto de Il Fatto Alimentare A pagina 97 (4) si legge che “La parziale sostutuzione di grassi saturi di origine animale con grassi insaturi da oli vegetali non tropicale potrebbe da sola avere un effetto cardioprotettivo contenuto ma clinicamente significativo”(vedi foto). Nestlé dice ai medici di base che bisogna ridurre il più possibile i grassi saturi di origine animale presenti nel cibo (latte e latticini, carne, salumi, burro…) e di sostituirli con oli vegetali ricchi di insaturi. Attenzione però – ricorda Nestlé – l’olio di palma non va bene per via dell’elevato contenuto di grassi saturi. Al contrario, conclude la multinazionale, se si usano altri oli vegetali non tropicali si può ottenere un significativo effetto clinico a favore delle patologie cardiologiche. Per raggiungere il limite di 12 grammi di palma al giorno non è difficile. Per un ragazzo, basta mangiare 5 biscotti tipo Molinetti Mulino Bianco Barilla (ognuno contiene circa 2.5 g di palma e 0,4 g di burro). Basterebbe questo fatto per far capire che è in atto una campagna ingannevole ma c’è di più. La palma da olio non viene coltivata in Italia, quindi non si tratta di una sostanza a chilometro zero, anzi, per essere importata deve viaggiare per circa 24 giorni, percorrendo 13.000 mila chilometri, trasportata via nave all’interno di silo particolari che lo mantengano a una temperatura di almeno 25°per evitare che durante il viaggio solidifichi, diventando inutilizzabile ma il trasporto di questa sostanza dall’Indonesia all’Europa provoca un impatto ambientale enorme. Foto di Earth Rio E’ necessario continuare a boicottare i prodotti contenenti olio di palma per la nostra salute, per salvare gli animali e l’ambiente, non cadiamo nelle trappole tese dalle multinazionali il cui interesse è solo quello di trarre profitto a discapito di tutto e di tutti.

Foto di Earth Rio

Olio di Palma

Fonte:  NonSoloAnimali.com

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