La pesca dei polpi, una tradizione violenta

La pesca dei polpi, una tradizione violenta

Essere Animali ha documentato per la prima volta la pesca tradizionale del polpo, una pratica molto diffusa in tutti i mari italiani e causa di sofferenza per milioni di animali intelligenti.

Sono 2 i motivi principali che ci hanno spinto a indagare questo fenomeno poco conosciuto:

Le lacune nelle leggi che regolamentano questa attività, che hanno permesso un aumento indiscriminato di questo tipo di pesca, che oggi incide notevolmente sul numero di polpi pescati per il mercato alimentare italiano.
Il trattamento riservato a milioni di questi incredibili animali, vittime tanto della pesca industriale quanto di quella tradizionale, ugualmente cruenta, come testimoniato dalle immagini e confermato dall’etologo Jonathan Balcombe, uno dei massimi conoscitori al mondo di questa specie.

Un animale straordinario
In 270 milioni di anni di evoluzione il polpo ha sviluppato una biologia unica, oltre che abilità sorprendenti.

Gli scienziati sono assolutamente concordi nel sostenere che il polpo, un mollusco invertebrato marino, prova sofferenza ed è cosciente di sé e del mondo che lo circonda, esattamente come noi esseri umani e gli altri animali vertebrati.

È intelligente
Ben due terzi dei suoi neuroni risiedono nei tentacoli, che sono capaci ognuno di compiere un’attività diversa e anche di auto-rigenerarsi, al punto che è lo stesso polpo che sceglie di perdere volontariamente un tentacolo, se ciò è necessario ad esempio per sfuggire da un predatore.
È capace di risolvere problemi complessi
Alcuni studi hanno dimostrato che i polpi sanno orientarsi in un labirinto o aprire contenitori, anche quelli con chiusura “a prova di bambino”, ricordando le soluzioni e dimostrando un’ottima memoria.

 

Fonte

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