Lascio tutto al mio cane.
Come fare testamento in favore di un animale
Cani e gatti, insieme ad altri animali domestici, costituiscono per molte persone una compagnia per la vita di importanza tale da meritare addirittura un’eredità, ma questo è possibile in Italia?
Spesso, leggendo il giornale o navigando su internet ci si imbatte in notizie insolite, che vedono come protagonisti gli animali e i loro affezionati padroni. All’estero, in particolare negli Stati Uniti, è frequente nominare il fedele quattro zampe come erede universale, per ricompensarlo dell’amore incondizionato dimostrato durante tutta la vita. Cani e gatti vengono trattati come dei veri e propri familiari e diventano, all’apertura della successione, proprietari di tutte le sostanze appartenute al loro padrone. Inoltre, per rispettare levolontà del testatore, vengono affiancati da un amministratore che possa prendersi cura di loro sia dal punto di vista economico che materiale.
In Italia la situazione è molto diversa perché non è possibile fare testamento in favore degli animali [1] in quanto non sono considerati dalla legge capaci di ricevere beni in eredità. Possono essere nominati come eredi esclusivamente le persone. Pertanto, se si facesse, ad esempio, testamento in favore del proprio cane o del proprio gatto, questo non avrebbe alcuna validità giuridica.
Evidenziato questo aspetto, bisogna tuttavia considerare che vi sono molte persone, devotissime ai propri animali, che hanno il desiderio di disporre in loro favore per il momento successivo alla morte, non tanto con l’intenzione di nominarli eredi, ma per avere una certezza che possa esservi qualcuno che se ne prenderà cura dopo la scomparsadel padrone.
Per soddisfare questa legittima esigenza, è possibile seguire due strade:
1) nominare, con testamento, un familiare, o una persona di fiducia,erede universale, vincolandolo all’obbligo di accudire per tutta la sua vita l’animale domestico, provvedendo al suo mantenimento e al suobenessere. È necessario apporre una clausola che indichi chiaramente le modalità di svolgimento di questo compito, secondo le ultime volontà del testatore.
2) nominare, sempre con testamento, una associazione animalista, specificamente indicata, come erede, erede destinando il patrimonio non solo alla cura dell’animale domestico ma anche di molti altri animali abbandonati e bisognosi.
Con riferimento alla seconda ipotesi, sono molte le onlus che si propongono di diventare beneficiarie di lasciti testamentari, proprio perché hanno un effettivo bisogno di aiuti materiali per portare avanti i propri obiettivi e confidano quindi nella generosità degli amanti degli animali per poterli realizzare concretamente. Decidere di testare in loro favore rappresenta anche un modo per fare del bene, portando avanti un progetto nel quale si crede, che può avere una rilevanza locale o internazionale. Ad esempio è possibile disporre un lascito in favore di strutture che operano la pet therapy, ossia la cura di determinate patologie con l’impiego degli animali, oppure in favore di organizzazioni che si battono per liberare gli animali dalla prigionia dei laboratori scientifici e dalla vivisezione, o ancora, in favore di associazioni internazionali che tutelano le specie protette in via di estinzione.
Autrice :Avv.Rossella Blaiotta
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