Il latte animale non è un cibo adatto agli umani

 

Dicono che il latte «fa bene alle ossa». Ma chi lo dice dovrebbe informarsi meglio… Diverse ricerche epidemiologiche dimostrano che l’osteoporosi e le fratture ossee sono più comuni tra le popolazioni che consumano molti latticini e altri alimenti animali rispetto alle popolazioni tendenzialmente vegetariane, confermando indirettamente come l’osteoporosi non si possa considerare solo come una malattia da carenza di calcio. Altri studi inoltre rilevano che una alimentazione ricca di frutta e verdura è associata ad una maggiore densità ossea.

Vari studi, tra i quali l’Harvard Nurses’ Health Study, che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, mostrano che l’aumentato consumo di latticini è associato con un rischio di fratture più elevato.

Il calcio alimentare è presente soprattutto nei cavolfiori e tutti i tipi di cavolo, nelle verdure a basso contenuto di ossalati (tutte le verdure a foglia eccetto spinaci e bieta), nelle mandorle, semi di sesamo, cereali integrali, legumi. Non va sottovalutato l’apporto di questo elemento ad opera delle acque minerali.

Il latte quindi non è certo l’unica, né la migliore, fonte di calcio e il suo consumo porta con sé molti svantaggi. Di seguito sono elencati alcuni problemi correlati al consumo di latte in adulti e bambini.

  • Carenza di ferro: il latte ha un bassissimo contenuto di ferro (0.2 mg/100 mg di latte), e per riuscire a raggiungere la dose di ferro raccomandata di 15 mg al giorno, un bambino dovrebbe bere 7.5 litri di latte. In aggiunta, il latte è responsabile di perdite di sangue dal tratto intestinale, che contribuiscono a ridurre i depositi di ferro dell’organismo.
  • Diabete Mellito: su 142 bambini diabetici presi in esame in uno studio, il 100% presentava nel sangue livelli elevati di un anticorpo contro una proteina del latte vaccino. Si ritiene che questi anticorpi siano gli stessi che distruggono anche le cellule pancreatiche produttrici di insulina.
  • Calcio: la verdura a foglia verde, come la cicoria, la rucola, il radicchio, ecc., è una fonte di calcio altrettanto valida, se non addirittura migliore, del latte.
  • Contenuto di grassi: ad eccezione del latte scremato, il latte e i prodotti di sua derivazione sono ricchi di grassi saturi e colesterolo, che favoriscono l’insorgenza di arteriosclerosi.
  • Contaminanti: il latte viene frequentemente contaminato con antibiotici, ormoni della crescita, oltre che con gli erbicidi e i pesticidi veicolati dal foraggio. Inoltre i trattamenti di sterilizzazione permettono in realtà la sopravvivenza nel latte di germi, e la Direttiva Europea 92/46/CE stabilisce un limite non superiore ai 100 mila germi per mL. La stessa Direttiva ammette anche un contenuto non superiore a 400 mila per mL di «cellule somatiche«, il cui nome comune è «pus».
  • Lattosio: molti soggetti asiatici o africani sono incapaci di digerire lo zucchero del latte, il lattosio, con conseguenti coliche addominali, gas e diarrea. Il lattosio, poi, se viene digerito, libera il galattosio, un monosaccaride che è stato messo in relazione con il tumore dell’ovaio.
  • Allergie: il latte è uno dei maggiori responsabili di allergie alimentari: durante la sua digestione, vengono rilasciati oltre 100 antigeni (sostanze che innescano le allergie). Spesso i sintomi sono subdoli e non vengono attribuiti direttamente al consumo di latte, ma molte persone affette da asma, rinite allergica, artrite reumatoide, migliorano smettendo di assumere latticini.
  • Coliche del lattante: le proteine del latte causano coliche addominali, un problema che affligge un lattante su cinque, perché se la madre assume latticini, le proteine del latte vaccino passano nel latte materno. In 1/3 dei lattanti al seno affetti da coliche, i sintomi sono scomparsi dopo che la madre ha smesso di assumere questi cibi.

(tratto da «Impariamo a mangiare sano con i cibi vegetali», SSNV©2005)

Fonte

 

SPESSO LE OPERE D’ARTE E LA MORTE SONO STRETTAMENTE INTRECCIATE LE UNE ALL’ALTRA. LA REALTÀ CRUDELE ESPRESSA IN IMMAGINI PUÒ ESSERE SGRADEVOLE; EPPURE SE L’ENERGIA CHE TRASPARE DOVESSE ESSERE RICONOSCIUTA CUPA E INGIUSTA POTREBBE NON ESSERE SOLO A CAUSA DI CIÒ CHE RAPPRESENTA. DOBBIAMO PIUTTOSTO VEDERLA COME IL TENTATIVO DI AFFRONTARE CIÒ CHE DI OSCURO C’È NELLE NOSTRE VITE E NEL MONDO IN CUI VIVIAMO, COME UN PROCESSO PER MUTARE IN COMPRENSIONE LE NOSTRE INCOMPRENSIONI.

 

 

Nel video una indagine svolta nel 2015 in Nuova Zelandaun’indagine condotta da SAFE e Farmwatch, due organizzazioni per i Diritti Animali. Le immagini, ottenute grazie all’utilizzo di telecamere nascoste e numerosi appostamenti, hanno mostrato il lato crudele della produzione del latte. Il video ha fatto esplodere un grosso dibattito, al punto che le associazioni di categoria sono dovute correre ai ripari dichiarando (come al solito) che i maltrattamenti sono solo casi isolati da condannare.

John Darroch, investigatore di Farmwatch ha dichiarato di aver documentato ciò che avveniva in 50 aziende nel territorio del Waikato e che in 15 di queste ha constatato pesanti maltrattamenti ai danni degli animali.

«Abbiamo visto vitelli strappati dalle loro madri e lasciati al sole per ore e ore, gettati in camion e poi picchiati a morte. Non mi aspettavo di vedere questo».

Ogni anno in Nuova Zelanda per produrre latte e formaggi vengono fatti nascere 2 milioni di vitelli, tutti allontanati dalle cure delle proprie madri a pochi giorni di vita e mandati al macello. Il video mostra mucche inseguire il carello dove vengono caricati i vitellini, a dimostrazione del dolore che provano queste impotenti mamme. Si tratta di scene strazianti, che si ripetono in ogni azienda casearia.

«La separazione dei vitelli di pochi giorni di vita dalle loro madri è una parte integrante del settore lattiero-caseario, Anche nelle migliori aziende, con elevati standard di benessere animale i vitellini vengono allontanati dalla loro madre molto presto. Non esistono prodotti a base di latte senza questa separazione.» – continua Darroch.

 

«Sembra che il Ministero dell’Agricoltura non abbia nessuna voglia di guardare i filmati», ha detto Hans Kriek, direttore esecutivo di SAFE.”

Quella riportata è una parte del comunicato pubblicato dall’associazione EssereAnimali sul proprio sito web. Potete leggerlo integralmente cliccando qui.

Foto: scarti dell’industria casearia, ossia vitelli maschi (fonte Vice).

Di seguito: il video dell’investigazione.

fonte

 

 

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