Vitelli dopati econsumatori ingannati
Le rassicurazioni del ministro Lorenzin in vista dell’EXPO, la solita retorica del cibo italiano sicuro e migliore degli altri.
Rassicurazioni che si poggiano su un sistema inefficace.
Proprio ieri il ministro Lorenzin ha parlato in un convegno di falsi miti scientifici da sfatare. Cominciamo da quello che di recente ha veicolato lei affermando che “l’Italia è leader per sicurezza degli alimenti”. Partendo da un caso di corruzione di un veterinario del servizio sanitario di Cuneo e da una inchiesta che ha condannato lui (perché ha ammesso la corruzione) e due grandi allevatori di vitelli a carne bianca (per il reato di adulterazione e sofisticazione di alimenti e per corruzione del funzionario) si apre uno scenario inquietante su un sistema in cui tutti, dai grossisti ai macellatori, erano a conoscenza delle siringhe contenenti steroidi sessuali per aumentare il peso degli animali, quindi i guadagni.
Gli unici all’oscuro di tutto (non a caso) erano e sono i consumatori. L’inchiesta pregevole della Guardia di finanza di Cuneo condotta dal Procuratore capo Francesca Nanni svela come il sistema dell’allevamento intensivo sia un sistema di inciviltà verso gli animali (mal)trattati come macchine, i quali non possono che presentare il conto a chi li mangia.
D’altro canto basta domandarsi perché serva un’indagine degna dell’antimafia(intercettazioni, pedinamenti) quando ogni giorno viene decantato dai nostri ministri un sistema di controllo efficace. Infatti non lo è. Il dramma è che sia gli allevatori che i ministri e soprattutto i loro funzionari strapagati lo sanno. Gli unici che non devono saperlo siamo noi consumatori, rassicurati (non ultimo dal ministro Lorenzin proprio sulla sicurezza dei nostri prodotti grazie al capillare sistema di controllo). Intanto senza due inchieste della magistratura di Cuneo oggi migliaia di vitelli di una sessantina di stalle finirebbero sulle tavole contenenti anabolizzanti. Ma i consumatori vanno rassicurati: perché se sapessero cosa si nasconde dentro quelle stalle, se sapessero dell’uso sistematico dei farmaci (lecito), dell’incapacità del sistema di controllo (europeo e quindi italiano) a scovare i trattamenti illeciti, se vedessero come la politica europea ha consentito di aggiungere di tutto al latte artificiale… Se sapessero, allora non comprerebbero più.
Dunque il sistema di controllo è inefficace volutamente per agevolare l’industria dell’allevamento intensivo. Ma l’EXPO non doveva promuovere le eccellenze italiane?
di Sabrina Giannini.
Fonte : www.corriere.it